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Attuale stemma di Banzi: un castello (Il Camino) e Madonna con Bambino sormontati dalla corona   Piazza Emanuele Gianturco: la piazza principale di Banzi
  Antico stemma di Banzi: uno scudo ed una spada sormontati dalla corona
Banzi, paese della "Fons Bandusiae" di Quinto Orazio Flacco e "Città culla del Diritto"
RIME BANTINE: Addoh nascj Vanzudd ("Fons Bandusiae")

Stizz a stizz scenn da indè prét sabbiòs,
stizz a stizz, sott a la rip d' Carnvàl,
s'accoglje facj na tonz l'acqua fresc'k,
ca cantava cudd d' V'nòs.

Cchjù facj caud e cchjù fresc'k enz do cannàl,
chian chian camina, a pick a pick s' ngròs
e scorr mminz e prét bianc e nér catrov
p la strad: ié l'acqua d la rip d Carnvàl.

Racanedda (1), i uarrickji vacànt
attaccàt o mast, scenn da Chian d Rjis,
paparann d'acqua pulita li egnji
e tonga tonga torn a la còd appìs.

I Cilumbridd i ppecur pascjn
Ncàp e cost; mangjin l'erva ass'ccàt,
i ccjcuriedd e i catìll; i can
de la massrjia fann cumpagnjia.

A ll'òr d la canjcula, o frisc'k
d la rjp vann a ddorm: i ccjcàl cant'n,
i ssirp fann l'amòr, u pastòr s r'pòs
v'cin a funtàn d'Orazio d V'nòs.

(1) Nome dell'asino che possedeva mio nonno Sebastiano.


TRADUZIONE: Alla fonte del Banzullo

Goccia a goccia viene giù dalle pietre sabbiose,
goccia a goccia, alla base della rupe di Carnevale,
si raccoglie in una fossa l'acqua fresca
che tanto decantava l'uomo di Venosa.

Più fa caldo e più fresca sgorga dalla cannella,
pian piano cammina, man mano s'ingrossa
e scorre tra le pietre bianche e nere che incontra
strada facenso: è l'acqua della rupe di Carnevale.

Racanedda, i barili vuoti
legati al basto, vien giù dalla piana di Riso,
il nonno li riempie di quell'acqua pulita
e lentamente fa ritorno attaccato alla coda dell'asino.

I Cilumbriello le loro pecore pascolano
sul monte Coste, mangiano l'erba secca,
le cicorie aspre e le spine; i cani
della masseria tengono compagnia.

Nell'ora della canicola, all'ombra
della rupe vanno a dormire: le cicale friniscono,
le bisce fanno l'amore, il pastore si riposa
vicino alla fontana cantata da Orazio da Venosa.

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